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Storie di Famiglia

Fulvio Giovanelli

Fulvio nasce in una famiglia molto numerosa composta da ben otto persone: tre fratelli e una sorella, Maria, mamma, papà e nonno. La fratellanza sarà un vincolo d’affetto stabile e duraturo, tant’è che vivrà da celibe con la sorella Maria per tutta la vita. Saranno sempre l’uno il sostegno dell’altro. Impareranno il rispetto e la capacità di confrontarsi con l’altro dal padre, che fin da quando erano piccoli li ha cresciuti dialogando apertamente con loro circa tutte le vicende della vita, dalle più quotidiane a quelle spirituali. Quella paterna sarà dunque una figura fondamentale e centripeta dell’intero ecosistema familiare. Il padre era sarto, ma Fulvio, a causa di piccoli problemi di vista, non ne seguirà le orme. Farà invece l’apprendista nella salumeria vicino casa, e, una volta appreso il mestiere, continuerà con passione e dedizione il lavoro di salumiere per tutta la sua vita lavorativa. Nel tempo libero frequenterà con gran divertimento e interesse tutti gli eventi proposti a Nembro, dai tornei in bocciofila, al teatro e i concerti. Seguiva tutti gli eventi sociali, ma senza criticare l’altro e riuscendo a trovare il lato positivo di ogni cosa. Rispettoso dell’uomo e dell’ambiente, amerà moltissimo la montagna e troverà nelle passeggiate un momento di libertà e serenità. 

Fulvio amerà molto la vita comunitaria e la curiosità lo spingerà a fare tante nuove esperienze. La quotidiana lettura dei giornali lo terrà sempre informato sulle vicende vicine e lontane e costruirà, congiuntamente alla voglia di informarsi e scoprire, la sua ampia rete di nozioni e conoscenze. Sempre disponibile per chi ne avrà bisogno, sostituirà un amico salumerie in malattia anche durante gli anni della pensione e lascerà un ottimo ricordo di sé e della sua disponibilità. 

Fulvio aveva molto rispetto per tutti e cercava di ragionare su ciò che accadeva senza mai giudicare. Seguendo gli insegnamenti del padre, ha sempre cercato di capire le scelte dell’altro per comprendere fino in fondo la realtà. 

Ciò che la vita ha insegnato alla signora Maria, che qui racconta il fratello, è un concetto chiaro e profondo che così riassume: “la troppa libertà fa rompere l’osso del collo”. Ci spiega infatti, per esperienza, che è il vero dono della vita sta nelle piccole cose e che è necessario osservarle, scovarle e averne sempre dolcemente cura. Sono gli affetti, i sorrisi e l’esserci l’uno per l’altro che arricchiscono il nostro tempo, non certo la moltitudine di cose materiali e fugaci che ci vengono propinate come essenziali. Saper discernere e dare il giusto valore a ciò che ci circonda è la chiave per una vita felice.